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Ensemble dei Suoni Residui - 2001/2004 www.marcogiaccaria.it - best viewed in 1024X768

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  Estos_logo   un viaggio nella musica tra Est e Ovest

Ma com'era cominciato tutto? Se si vuole storia, è storia della discordia. E la discordia nasce dal ratto di una fanciulla, o dal sacrificio di una fanciulla. [...] Da questi eventi è nata la storia: il ratto di Elena e la guerra di Troia, il rapimento di Io e di Europa, la spedizione della nave Argo e il ratto di Medea, sono anelli della stessa catena. Un richiamo oscillava fra l'Asia e l'Europa: a ogni oscillazione una donna, e con lei una schiera di predatori, passava da una riva all'altra.    

[Roberto Calasso, Le nozze di Cadmo e Armonia]

 

L'eredità della musica greca fu enorme. O piuttosto, l'eredità della teoria musicale greca. Roma, Bisanzio e le terre conquistate da Alessandro, dal Nord Africa all'India si vantavano di essere eredi della grande tradizione ellenica; la musica medievale in Europa si appellava a Boezio come a supremo giudice; e i Persiani, gli Arabi e i Turchi sostenevano i loro sistemi musicali con le solide strutture delle scale, dei modi e dei generi greci. Proprio l'influsso greco sulla musica islamica è più affascinante di qualunque altro giacché, al contrario degli occidentali, gli arabi intuirono e praticarono la teoria classica senza commettere gli errori dell'Occidente.      

[Curt Sachs, La musica nel Mondo Antico]

L'Est è un'idea, più che un luogo geografico. Segnala un'identità, piuttosto che un'etnia. Per ogni Est c'è un Ovest, per ogni Oriente un Occidente: in questa contrapposizione di termini, la storia di uno scontro e di uno scambio millenari tra civiltà.

Inseguendo le linee fittissime del confronto tra le culture d'Europa e del Medio Oriente, si possono rintracciare i segni di una circolazione continua di uomini, materiali ed idee. L'arte in particolare, dalla letteratura alla musica, ha tratto frutti fecondi da questo incontro, favorendo profonde interazioni tra i due mondi.

"Uno sguardo sull'est da ovest", potrebbe essere un altro sottotitolo del percorso di Estós. Non uno sguardo distratto, attratto dall'esotismo o dal souvenir, ma un'osservazione attenta, nutrita da passione e rispetto per culture 'altre'. Uno sguardo cosciente, tuttavia, dei suoi limiti conoscitivi, della propria estraneità al mondo che indaga. In questo gioco tra adesione e distacco, tra identità e differenza, si ricavano spazio la creatività e l'interpretazione...

Il progetto Estós, nel proprio viaggio sul crinale tra Oriente e Occidente, tocca repertori di numerose tradizioni colte e popolari, appartenenti ad aree slave e balcaniche (Grecia, Macedonia, Serbia), dell'Europa dell'est (Bulgaria, Romania, Ungheria, Ucraina), del Medio Oriente (Turchia, Iraq, Iran) e del Maghreb (Egitto, Tunisia, Marocco). Seguendo la trama che unisce le due culture, Estós finisce per lambire l'Andalusia, terra araba in piena Europa, si trova a seguire l'errare instancabile degli ebrei e dei gitani, si scopre in continuo viaggio nel tempo, tra Medioevo e contemporaneità...

Estós è anche un ambizioso progetto compositivo, che osa scrivere brani propri in stile di varie tradizioni, che sa arrangiare ora secondo prassi ora con libertà, che crede più nella contaminazione intelligente che nella filologia cieca.

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Compagni di questo viaggio nello spazio e nel tempo sono molti strumenti, incarnazione viva dell'infinita varietà delle culture umane, e nel contempo testimonianza degli intrecci della storia e degli scambi tra popoli.

sound Hicaz Oyun Havasi (WMA file, 360 KB)           sound Yemeni Baglamis (WMA file, 577 KB)

Attraverso Estós si possono conoscere ed ascoltare:

Corde:

'Ud - lo strumento principe della musica araba, è un liuto a manico corto, non tastato, suonato a plettro. Oggi è diffuso in quasi tutte le aree toccate dall'antica espansione islamica, fino ai Balcani, mentre in Europa occidentale ha generato figli (liuto medievale e rinascimentale) o influenzato tradizioni (cante jondo e cante flamenco).

Baglama Saz - liuto a manico lungo, appartenente alla prolifica famiglia del tanbur persiano, l'antico progenitore di tutta la categoria. È utilizzato principalmente in Turchia, dove accompagna la voce e gli altri strumenti nel repertorio da danza, nelle canzoni popolari, nella musica colta.

Chitarra - strumento relativamente recente (la sua forma attuale risale all'Ottocento), la chitarra ha raccolto idealmente l'eredità del liuto europeo, dopo il suo declino. Per questo motivo, e grazie alla propria versatilità e maneggevolezza, ha raggiunto una popolarità e una diffusione straordinarie, adattandosi di volta in volta alle tecniche e agli stili più disparati.

Mandola - liuto con traversina, è di origine orientale, e deriva probabilmente da un antico strumento turco (qopuz). È attestata in Europa nel XIII secolo, quando fonti provenzali la citano come attributo dei giullari, ma è già presente nell'iconografia attorno al IX secolo (Cantigas de santa Maria). Fu nota al Medioevo anche col nome di guitarra morisca o saracina.

Mandolino napoletano - attestato per la prima volta in Italia nel Cinquecento, il modello di mandolino detto oggi "napoletano" deriva probabilmente da un prototipo arabo-sudeuropeo, di cui conserva alcuni elementi tipicamente orientali: la tecnica del tremolo e la placca protettiva.

Bouzouki - Liuto popolare greco a manico lungo, appartiene alla famiglia del tanbur persiano, da cui deriva. Già in uso sotto la dominazione ottomana, divenne popolarissimo dopo il 1920, quando i profughi delle colonie dell'Asia Minore ne fecero il loro strumento, nei quartieri poveri del porto del Pireo e di Salonicco.

Violino - altro strumento trasformista, nella sua classica versione occidentale ha preso il posto, presso molte tradizioni, di varianti locali dell'antico liuto ad arco. Anche laddove questi strumenti sopravvivono (rebab, kamanjah, lira greca) sono stati affiancati dal prestigioso violino, utilizzato però secondo gli stili tradizionali.

Violoncello - sostituendo le antiche viole da gamba, il violoncello fece la sua comparsa poco prima del Seicento, come strumento deputato a fornire il basso della neonata armonia barocca. Esso viene tenuto nella posizione in cui fu tenuto il primo arco a noi conosciuto, nel X secolo, e in cui ancora oggi in Oriente viene tenuto anche il violino tradizionale (rebab).

Fiati:

Nay - è un flauto lungo, aperto da ambo i lati, senza becco, fabbricato in bambù o canna in diverse taglie. È lo strumento a fiato più usato in tutto il Medio Oriente, dove ha raggiunto una tecnica raffinatissima, che lo rende adatto ai repertori colti, dalle improvvisazioni solistiche (taqsim) alla musica religiosa.

Alabaster flute - costruito appositamente su progetto di M. Giaccaria dall'artigiano Pecchioni di Volterra, il flauto d'alabastro è un modello traverso dal suono meraviglioso. Unendo le caratteristiche del legno e del metallo, la pietra restituisce un suono al contempo caldo e brillante, ricreando arcaiche suggestioni di un'Etruria pre-romana.

Flauto traverso - è la versione moderna, perfezionata a metà Ottocento, di un tipo di flauto molto antico, detto appunto "traverso" per la posizione laterale in cui viene tenuto. Testimonianze iconografiche fanno risalire il primo traverso conosciuto agli Etruschi ("tomba del flautista", II secolo a.C.).

Flauti diritti: tin whistle, caval, a becco - famiglia numerosa, quella dei flauti diritti vanta antenati antichissimi, risalenti al quarto millennio avanti Cristo (Egitto); tali, almeno, quelli attestati. I flauti qui utilizzati appartengono ad aree geografiche ed epoche diverse, e possiedono ciascuno una propria personalità timbrica.

Shanai - oboe indiano, possiede un timbro penetrante come tutte le ance doppie, e per questo motivo viene utilizzato specialmente in occasioni festive all'aperto, come matrimoni o banchetti. È diffuso, con nome locale, anche in Turchia (zurna) e in Persia (Surnay).

Bansuri - flauto classico indiano, è uno degli strumenti che partecipano all'esecuzione dei raga, forme principali della musica colta dell'India. È costruito con canna ed ha sei fori.

Percussioni:

Dar'bukah - strumento popolare in tutti i paesi arabi e dell'Est europeo, manca raramente in esecuzioni tanto di musica colta quanto popolare. Tradizionalmente costituita da un vaso d'argilla coperto da una pelle di capra o pesce, esiste oggi in materiali sintetici, per uso professionale. Chi la suona ha il compito fondamentale di scandire il modello ritmico su cui poggia il brano (wazn), ma possiede anche buoni margini di variazione ornamentale.

Riqq - piccolo tamburello a cornice con dieci paia di piattini, svolge il compito indispensabile di sviluppare esattamente le formule ritmiche (wazn). Per questo motivo chi lo suona è detto dabit iq' a, ovvero "colui che tiene il tempo con esattezza".

Bendir - tamburo a cornice di medie dimensioni, non presenta piattini come sonagli. Accanto alla pelle, e lungo il diametro, sono tese delle corde di risonanza. Data la sua presenza sonora, ad esso viene affidata in genere una variante semplificata della formula ritmica, basata sugli accenti principali.

Marco Giaccaria - flauti, ance, violino, bouzouki, mandola

Marco Giaccaria

Marco Giaccaria nasce a Torino nel 1959. Studi musicali vari, tra cui il diploma di flauto; 5 anni di violino con Jorge Roberto Regio (solista classico con esperienze diverse); composizione e didattica della musica.Il suo passato è ricco di esperienze in vari generi della musica acustica e di teatro. Nel 1992 ha intrapreso una nuova personale direzione nell'ambito della musica creativa: fondamentale l'uscita del CD "Il mio cappello se ne è andato", con cui si è fatto conoscere meglio presso gli addetti ai lavori e, soprattutto, l'ingresso nella cooperativa C.M.C. di Torino. Proprio con alcuni musicisti della CMC ha iniziato a tenere qualche sporadico concerto e, contemporaneamente, ha inciso il suo ultimo lavoro, intitolato "Senza fissa dimora". Proprio questo CD, uscito per l'etichetta CMC records, ha portato Marco Giaccaria ad esplorare ancora di più la musica improvvisata, sia essa di origine jazzistica, etnica o classica (com'è il caso della musica nord-indiana). Oltre ad esibirsi con alcune formazioni di folk irlandese o italiano (Kurkuma) e con Sharadì (omaggio alla musica del Nord dell'India), sviluppa un progetto di ricerca musicale (in forma di concerto) dal titolo: "Suoni residui nel vuoto disattento - musiche per flauti e calcolatore".

Sergio Pugnalin - 'ud, saz, chitarra, mandolino, voce, dar'bukah

Sergio Pugnalin

Diplomato in chitarra sotto la guida di M. Bricca e G. Nuti, ha seguito corsi di perfezionamento con A. Gilardino, C. Marcotulli, D. Bogdanovic, C. Barone. Ha studiato come controtenore con G. Zambon, danza popolare presso Folkolore, percussioni etniche con N. Cittarella e M. Abdalla. Si occupa inoltre di educazione strumentale e formazione di base quale insegnante, direttore didattico compositore ed editore, promuovendo una visione eclettica della musica, aperta alla molteplicità culturale e alla comprensione stilistica. Ha compiuto ricerche, bibliografiche e sul campo, sulle tradizioni musicali irlandese, andalusa e araba, utilizzandone esiti e materiali in seminari (Corsi Internazionali Clusters di Aosta) in progetti creativi, in didattica (metodo Kitharea), in pubblicistica (Seicorde, Suonare News, Gazzetta del Piemonte, Unione Musicale). Suona come solista e in formazioni stabili di rivisitazione etnica, di musica antica e di musica contemporanea : Ensemble dei suoni residui (Estós/Il suono antico), In limine (musica antica vocale e strumentale), Strade Blu (old-time nordamericano), duo voce-chitarra Chitarodia. In questi contesti utilizza, oltre alla chitarra classica ed acustica, vari tipi di liuto (rinascimentale, 'ud arabo, baglama saz turco), voce e percussioni arabe.

Mauro Basilio - 'ud, riqq, bendir, saz

Mauro Basilio, nato ad Asti il 21/09/1975, ha studiato chitarra classica con Cristian Saggese (premio Segovia 1998), prima di dedicarsi allo studio del violoncello (con Alfredo Giarbella) e dell'oud (con Marco Cena e con il concertista tunisino Mourad Sakli). Insieme ad Elisa Fighera suona nel gruppo di musica etnica e antica Galinverna e, sempre con Elisa, collabora con gli attori Marco Alotto e Gianni Bissaca e con le compagnie teatrali Onda Teatro, Assemblea Teatro, Teatro Perempruner, Compagnia Sperimentale Drammatica e Replicante Teatro per la realizzazione delle musiche dal vivo di spettacoli, laboratori ed eventi teatrali.

Elisa Fighera - violino, riqq, bendir

 Elisa Fighera, nata a Torino il 24/09/1973, ha studiato violino al Conservatorio di Torino con Massimo Marin; successivamente si è dedicata allo studio della musica etnica con i violinisti Gabriele Ferrero e Sergio Caputo. Insieme a Mauro Basilio suona nel gruppo di musica etnica e antica Galinverna e, sempre con Mauro, collabora con gli attori Marco Alotto e Gianni Bissaca e con le compagnie teatrali Onda Teatro, Assemblea Teatro, Teatro Perempruner, Compagnia Sperimentale Drammatica e Replicante Teatro per la realizzazione delle musiche dal vivo di spettacoli, laboratori ed eventi teatrali.


© Sergio Pugnalin - Nota: copyright sui testi di questa documentazione by Sergio Pugnalin, giugno 2001.



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